Una settimana fa vendo un materasso tramite subito.it, marca Materassi Mia Suite, produttore italiano che su ebay ha decine di migliaia di feedback positivi, che fabbrica in proprio materassi in memory e waterlily (cercare su ebay il venditore materassimiasuite per verificare).
L’acquisto originale risaliva ad inizio 2014, e anche volendo andare oltre la prima, “strana” impressione di un memory, dopo pochi mesi ci si stava ancora scomodi, ed il materasso risultava cedevole, quindi l’ho restituito a sue spese al produttore, che gentilmente me lo ha sostituito con altro di consistenza più rigida, ma anche con questo non c’era soddisfazione durante il sonno. Il memory non fa per tutti, questo è un dato di fatto.
Rimosso anche il secondo materasso, rinunciando a tentare una nuova sostituzione, e poggiato in una stanza di servizio, è stato rimesso al suo posto il materasso a molle originale, fino a quando alcuni mesi fa, stufo di avere questo materasso inutilizzato per casa, lo metto in vendita, al 75% del prezzo originale siccome era praticamente nuovo. Dove? Su subito.it ovviamente.
Dopo i perditempo di rito, finalmente ricevo una telefonata da una persona che si dice molto interessata, ma mi propone il 50% di quanto avevo pagato, e pur di liberare spazio in casa accetto, ci si accorda su quella cifra, e l’acquirente viene accompagnato da un amico dotato di furgone per il ritiro, esamina il materasso, paga, lo carica e va via.
Tutti contenti? Ma di che.
Ricevo una telefonata quella sera, la moglie dell’acquirente mi chiama accusandomi di essere stato disonesto, siccome avrei venduto un materasso cancerogeno per liberarmene, e lo avrei dato a loro che con due bambini a casa sono in serio rischio! Avrei inoltre taciuto che il materasso era tossico pur di darlo via. “Ora che mio marito torna glielo dico! Lei lo ha fatto di proposito!”
Io rimango incredulo durante tutta la telefonata, ma subito inizio le mie ricerche, e tutto quello che ne è venuto fuori è una discussione su un forum che a sua volta rimandava ad un servizio dell’immarcescibile -non è per forza un complimento- Striscia la Notizia. Guardato il servizio sul sito Mediaset (tra l’altro mandato in onda un anno prima che io acquistassi il mio materasso), non si sente fare esplicitamente il nome dell’azienda, e tutti i dettagli utili a identificarla sono oscurati, però si capisce dall’immagine delle inserzioni ebay che si tratta in effetti di miasuite.
Nel servizio si dice che il codice del certificato OEKO-TEX riportato sull’etichetta del materasso è inesistente, e il servizio conclude automaticamente che questo è indice della tossicità del prodotto.
Il servizio contiene la testimonianza di un signore che con un mezzo ghigno dice qualcosa sul tenore di “abbiamo analizzato il materasso e conteneva diverse sostanze tossiche e cancerogene“.
Validità del servizio? Non per difendere l’azienda a prescindere, tuttavia sono abituato per motivi lavorativi a guardare oltre le parole di facciata e valutare il reale peso scientifico delle affermazioni. Ebbene, capisco la volontà di oscurare nomi e indirizzi (comunque sono riusciti nell’intento di screditare un’azienda), ma dove si trova l’elenco delle sostanze tossiche rinvenute? Il signore che afferma di aver condotto i test rinvenendo “composti organici volatili” perché non ci rende edotti sulla natura di tali composti?
Si fa vivo più in là anche il marito della garbatissima signora, colui che aveva personalmente effettuato il ritiro, il quale inizia a parlarmi con toni “diplomatici”, ma una volta che, chiarito il mio dispiacere per la loro insoddisfazione, gli faccio presente che comunque non ho intenzione di prendere indietro il materasso, siccome per legge una vendita tra privati non sottosta a diritto di rimborso ed alle leggi sulla garanzia, ma si basa sul semplice principio di “visto e piaciuto” (potevano fare le loro indagini sulla marca a priori, se proprio…) e per giunta lo spazio che avevo liberato in casa ormai lo avevo occupato con altre cose, cambia totalmente registro, e nella telefonata in questione, nonché in quelle che mi fa nei giorni successivi, utilizza sublimi perle quali:
- pezzente
- str***o
- co**ne
- testa de c***o
- pezzo de me**a
- mavvattenaff*****o
- te aspetto davanti casa tanto devi tornà
- ah bello domani me riprendo ‘a piotta
- truffatore furbetto gaggio
- te vojo guardà ‘n faccia pé ditte che sei ‘n co**ne
- c’ho dù bambini e tu me venni ‘e cose cancerogggene tossike
- varie ed eventuali che ora forse dimentico, e onestamente non ho voglia di riascoltare le REGISTRAZIONI TELEFONICHE che ho eseguito per denunciarlo, se proprio ce ne fosse bisogno.
A giudicare dalla voce poco cristallina, la stessa persona che mi accusava di spacciare veleni pericolosi e canceroggggeni è un accanito fumatore.
Stasera il delinquente dovrebbe (facendo fede ai pochi e disordinati concetti da lui espressi nelle telefonate, tra una ingiuria e l’altra) comparire davanti al cancello di casa mia, ed il comandante della locale caserma dei carabinieri con cui ho parlato stamattina, avendo rafforzato il concetto che io non gli devo “proprio restituire un c***o” mi ha detto di chiamare il 112 se si facesse vivo.
Aldilà del tono faceto che ho usato nel racconto, venire insultati e accusati ingiustamente è molto spiacevole, ma non solo, sembra che l’individuo si fosse infastidito ancora di più perché parlavo italiano corretto, e non mi uniformavo al suo linguaggio greve e dialettale (“me stai a parlà tutto gnu gnu pé famme fesso ma nun me fai fesso! che te metti er bavaglino prima de parlà!“); trattasi di persone con le quali qualunque ragionamento è inutile, forse allo stesso livello delle bestie feroci in un serraglio, che basta appena provocarle per scatenarne una reazione convulsa.
Inoltre subentra la paura che il tutto si trasformi da una azzuffata verbale (anche se univoca da parte sua, perché io non ho mai perso il tono pacato e mai sono scaduto nel volgare nel rispondergli) in qualcosa di più concreto: un estraneo che ti si piazza davanti casa arrabbiato, pensando di far valere diritti che non ha contro un torto che non ha ricevuto… in alcuni quartieri di metropoli disagiate ci sono persone che vengono linciate per molto meno. Paura che se dovessimo di nuovo trovarci faccia a faccia, lui mi possa mettere le mani addosso ed io, senza più un telefono di mezzo a fare da filtro, sentendomi aggredito possa reagire e possa mandarlo in ospedale (dopotutto è piccolino anche se di bocca larga), ricavandone grane ulteriori.
Aggiornerò questo racconto mi auguro in modo risolutivo quanto prima.
Aggiornamento
Il poeta de noantri mi aveva minacciato di venire davanti al mio cancello il giorno X alle ore Y, ma alla fine non si è più presentato né fatto vivo. Forse ha messo anche lui il bavaglino e ha deciso di rimanere a casa.