Appia bis su via Perlatura, rotatoria di Ginestreto, via Danimarca inutile

L’ingegneria civile nella zona periferica di Albano Laziale e Ariccia sembra provenire dai recessi più nascosti dalla mente di Tim Burton, o di Dario Argento, la scelta sta alle preferenze dei singoli.

Innanzitutto, questo post è dedicato a chi sa già di cosa sto parlando, in quanto si riferisce ad una realtà molto locale; tutti gli altri possono divertirsi a leggere se ne hanno voglia.

Esaminiamo quindi le incredibili magagne della zona di Poggio Ameno (“poggiameno” come pensavo si scrivesse da bambino, e pronuncio tuttora), area pacifica -per ora- subito sopra la costa sud-orientale di Vallericcia, e che nei disegni delle amministrazioni locali si trasformerà in una zona dove l’unica cosa di bucolico rimarrà il nome, ultimo timido baluardo di una realtà grottescamente beffarda.

L’Appia bis

I fantomatici progetti di una enorme bretella di comunicazione stradale che avrebbe abbattuto campi e case, era nei sogni dei comuni locali, e nelle brame delle società appaltatrici, da più tempo di quanto io riesca a ripercorrere con la memoria, eppure non soffro ancora di degenerazione senile.

Ora l’ecomostro si riaffaccia molto più arrogante, e con un progetto “definitivo” che è stato abbastanza chiaramente illustrato: abbattimento degli edifici dei Frati Somaschi, scavi di gallerie artificiali estesi per centinaia di metri, fino a sbucare in tutto il suo fulgido profilo lungo via Perlatura, all’altezza di dove è stata aperta l’inutilissima via Danimarca (ne parlerò più in là).

Dal punto dove emerge, sul progetto, il livello della tangenziale inizierà a salire gradualmente fino ad un’altezza di 6 metri, parallelamente a via Perlatura (che non mi è chiaro se verrà conservata alla sua ombra, oppure sarà obliterata), abbatterà lungo il percorso diversi ettari di verde, compresi due boschi dove nidificano regolarmente uccelli altrimenti rari in tutta la zona dei Castelli, fino a raggiungere, “in qualche modo”, la rotatoria di Ginestreto (un’altra cosa di cui parlerò più in là); come la rotatoria verrà raggiunta, non si sa, siccome a quanto pare pur costituendo un punto di passaggio, consentrà una uscita ma non una entrata (…).

In altre parole, chi ha scelto di vivere ed abitare a Poggio Ameno perché, appunto, è un “poggio ameno”, si aggrapperà saldamente al tram. Gli arzilli sindaci del posto si divertono a parlare della sindrome di nimby, forse per sentito dire o forse perché vagamente sanno cosa significa, anche se dubito conoscano l’inglese a sufficienza per sapere il senso di “Not In My Back Yard”, siccome più che nel giardino, la sopraelevata mi passerebbe praticamente dentro casa. A quel punto, sai cosa me ne importa del bene comune, se poi devo morire prematuramente per lo stress.

Altro dettaglio grottesco: nel progetto attuale è prevista la costruzione di una enorme rotatoria “al posto” di quella già costruita a Ginestreto (in realtà ancora in fase di completamento al momento in cui scrivo), per cui l’enorme opera che stanno finendo ora sarà completamente rasa al suolo, per invadere ancora più terreni, e cancellare, ad esempio, il vivaio all’incrocio, che è stato già in parte coinvolto dalla rotatoria esistente.

Inoltre quel tratto di strada non serve neppure, perché l’ingorgo problematico si trova all’incrocio tra Corso Matteotti, Via Borgo Garibaldi e Via Trilussa ad Albano, mentre dalla rotatoria dei Somaschi il traffico è virtualmente inesistente, a maggior ragione adesso che la rotatoria di Ginestreto evita completamente gli incastri e le file che si formavano prima della sua costruzione; per arrivare a Velletri, in altre parole, non si incontra traffico per tutta via Perlatura, non se ne vede neppure per via Pagliarozza e Fatebenefratelli, mentre la tangenziale di Genzano evita di attraversare il corso centrale, e permette di inserirsi sull’Appia completamente a valle del paese, Appia che già così è sempre estremamente scorrevole.

Qual è la necessità quindi della enorme tangenziale da diverse centinaia di milioni di euro?

Via Danimarca

La progettazione e finalmente l’apertura di via Danimarca è stata salutata dai sindaci e da diverse testate giornalistiche locali come la discesa dello spirito santo sulla valle di lacrime dell’incrocio di Vallericcia (quando ancora la rotatoria era nel limbo dei lavori pubblici), perché avrebbe, nelle previsioni fallaci degli ideatori e promotori, alleggerito significativamente gli ingorghi più a valle su via Perlatura. Elenchiamo tutte le caratteristiche che la rendono effettivamente inutile, non solo ad alleggerire l’incrocio, ma anche in generale:

  1. Gli imbocchi e le uscite sono veramente stretti (e questo è un parziale difetto anche della rotatoria); se c’è spazio a disposizione perché non utilizzarlo? Che senso ha lasciare un triangolo di aiuola enorme tra i due svincoli quando potreste usarlo per allargare gli ingressi e le uscite?
  2. Il senso di ingresso e di uscita è fortemente limitato: è possibile entrare da via Perlatura solo per chi viene da Albano, mentre è possibile entrare da via Italia solo per chi proviene dalla rotatoria di Ginestreto; inoltre l’uscita su via Perlatura permette di immettersi solo in direzione Ginestreto, così come l’uscita su via Italia è possibile solo in direzione Cecchina; risultato? Degli otto totali tragitti possibili teoricamente, solo due sono fattibili, il potenziale di quella via è ridotto ad un misero 25% del normale: o entri da via Perlatura provenendo da Albano, per uscire su via Italia in direzione Cecchina, o entri da via Italia provenendo dalla rotatoria di Ginestreto per uscire su via Perlatura sempre in direzione della rotatoria di Ginestreto (ma che senso ha?); ciò non toglie che chiunque regolarmente imbocchi la strada, e la lasci, contromano, infrangendo il codice della strada anche per due volte di fila.
  3. E finalmente il nodo principale: quanto via Danimarca alleggerisce davvero l’incrocio di Ginestreto? Tenendo conto dei sensi di marcia obbligati, possiamo completamente escludere una qualunque utilità per chi la percorre da via Italia a via Perlatura; rimane il senso di percorrenza per chi proviene da Albano su via Perlatura ed è diretto a Cecchina… peccato che chi veramente proviene da Albano non si sognerebbe mai di proseguire su via Perlatura per prendere via Danimarca, quando può molto più convenientemente continuare su via Rufelli fino alla Nettunense; stessa cosa dicasi per chi proviene dal tratto più alto di via Perlatura, che farebbe comunque prima ad imboccare via Rufelli piuttosto che scendere nell’altro senso. Risultato? L’impressionante alleggerimento del traffico sull’incrocio di Ginestreto è ricoducibile solo a coloro che partono nel tratto di via Perlatura che va dal supermercato sino a prima di via Danimarca, e devono girare per Cecchina, siccome tutti gli altri o fanno prima su via Rufelli, o non possono imboccare via Danimarca, o semplicemente devono seguire un altro tragitto per cui per loro via Danimarca è ininfluente. Complimenti, signori ingegneri civili.
  4. Ma non finisce qui, perché appunto le rotatorie sembrano stare particolarmente antipatiche al comune di Albano Laziale: cosa sarebbe costato costruire due rotatorie su via Perlatura e via Italia in corrispondenza degli incroci con via Danimarca? Si sarebbero risolti tutti i problemi dei sensi obbligati, rendendo quel pezzetto di strada davvero utile ed utilizzabile, e perdipiù rallentando il traffico su via Perlatura e via Italia, soprattutto per quei pazzi che, complice il rettilineo e la discesa, corrono a 80km/h e più (e ricordo la morte di un pedone travolto da un’auto in corsa su via Perlatura proprio in corrispondenza di dove ci sarebbe potuta essere una rotatoria)

La rotatoria di Ginestreto

All’ultimo punto, l’unica cosa veramente utile delle tre, peccato che pure questa abbia i suoi punti dolenti per un motivo o per l’altro:

  1. Cosa stavano aspettando? L’incrocio di Vallericcia e Ginestreto è stato in crisi per almeno una decina d’anni, arrivando al punto in cui, negli orari più caotici, si creavano incastri mortali in cui ben cinque strade che si affacciavano l’una contro l’altra, tutte stracolme di veicoli, si bloccavano per qualche minuto, siccome i primi della fila di tutte e cinque queste strade volevano fare i furbi ed infilarsi davanti agli altri; risultato, non si poteva più muovere nessuno. Ma le cattive abitudini sono difficili a morire, siccome anche adesso con tanto di rotatoria mastodontica c’è quello che ti si tuffa davanti tagliandoti la strada e ignorando i cartelli di “dare precedenza”, e ti manda pure a quel paese se gli suoni. Comunque, ribadendo il concetto, già da molto prima che arrivassero i fondi regionali, un operaio qualunque, pagato una cinquantina di euro da un comune qualunque, avrebbe potuto piantare un fusto pieno di cemento in mezzo alla strada, con dentro un cartello segnaletico ad indicare la rotatoria, e tutto sarebbe andato per il meglio. Diamine, ci sarebbero stati almeno un centinaio di volontari, me compreso, pronti a farlo a loro spese un intervento del genere.
  2. Cosa hanno aspettato? Ci voleva tanto a stendere l’asfalto e farci passare le macchine sopra? I ricami avrebbero potuti lasciarli alla fine, anziché bloccare la strada coi lavori, tenerli fermi per mesi, riprenderli quando meno te lo aspettavi, bloccare via Ginestreto per alcune settimane incastrando regolarmente via Italia e il tratto della Nettunense che attraversa il centro di Cecchina.
  3. Era proprio necessario farla così larga? I mezzi pesanti non possono comunque passarci, quindi a cosa è servito mangiare così tanta parte del vivaio, e abbattere muri a secco vecchi di chissà quanto?
  4. Qualcuno può spiegarmi perché è stata costruita un’isola di cemento rialzata nell’arco di rotatoria tra via Ginestreto e via Pagliarozza? Per quale motivo le automobili che arrivano da Ginestreto e devono uscire in direzione di Genzano sono costrette ad un’inutile zig-zag? Quella singola uscita, traffico a parte, scorreva molto meglio prima della rotatoria. Qualcun altro può anche spiegarmi il motivo per cui lo sbocco su via Italia è così dannatamente stretto? Cosa gli costava restringere un po’ l’aiuola triangolare per allargare lo svincolo? Dev’esserci lo zampino dello stesso ingegnere di via Danimarca.

…e quindi?

“Facile criticare, vorrei vedere te cosa avresti fatto”

Semplice, la rotatoria di Ginestreto esisterebbe già da anni, via Danimarca sarebbe stata attivata con molto meno chiasso, ma avrebbe rotatorie ad entrambe le estremità, ce ne sarebbe una anche all’incrocio tra via Rufelli e via Perlatura, coinvolgendo anche l’orribile imbocco di via Quartaccio (avrebbe intaccato minimamente, o quasi per nulla, le proprietà private, con una forma oblunga).

Certo, agli ingorghi sulla rotatoria dei Somaschi sarebbe più complicato trovare soluzione, ma il problema reale in quella zona sono i soliti furbi che non rispettano le precedenze, e soprattutto l’uscita dei buoi ragazzi dalla scuola che (provato in prima persona) blocca completamente la rotatoria (e conseguentemente le strade afferenti) per qualche minuto. Forse un sottopassaggio o un ponte pedonale (meglio ancora) sarebbe d’aiuto.

Nulla di neanche lontanamente paragonabile a 140 milioni di euro di spesa pubblica ad elevatissimo impatto ambientale.

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10 thoughts on “Appia bis su via Perlatura, rotatoria di Ginestreto, via Danimarca inutile”

  1. Parli bene, ma hai idea di quanto ci mette un cittadino di Genzano ad andare a casa ora che deve attraversare l’attuale viabilità sui comuni di Albano ed Ariccia? Mezz’ora se va bene, venti minuti la sera tardi, per pochi chilometri altrimenti percorribili in pochi minuti con l’ausilio dell’Appia Bis. Hai idea quanto si intasi nelle ore di punta la zona periferica di Genzano, dove confluisce tutto il traffico di passaggio? Hai ragione dal tuo punto di vista, “not in my back yard”. E allora, visto che parli di ambiente, non temere, puoi continuare a respirarti il nostro smog, tanto per almeno vent’anni, grazie alle opposizioni come le tue, continueremo a metterci mezz’ora per cinque chilometri!

  2. Bravo Antonino
    finalmente qualcuno che si fa sentire su questa pagina, e con una voce opposta alla mia (che è l’unico modo per intavolare un dibattito).
    Chiaro che ognuno abbia i suoi interessi personali da difendere, anche se io ho scritto un intero articolo, e tu un paragrafetto 🙂
    Da dove torni esattamente? E dove devi arrivare esattamente?

    Dici di dover passare in mezzo al traffico cittadino di Albano e Ariccia; certo se ti tuffi nel marasma più completo che è il corso di Albano, e l’incrocio dopo il ponte di Ariccia, hai perfettamente ragione, ma mi dimostri di non conoscere adeguatamente le strade dei nostri posti 😉
    D’altronde tu ci passi soltanto, io qui ci vivo…

    Ti do un consiglio: venendo da Roma, dopo il secondo semaforo da Frattocchie salendo sull’Appia, invece di proseguire dentro Albano imbocca quella bella tangenziale sotterranea che hanno aperto credo ormai un anno fa, ed è sempre deserta (e che fa parte dell’Appia bis pure lei), quindi appena esci sali un pochino ed alla prima rotatoria imbocca la strada che passa davanti al tribunale di Albano, seguila e al bivio prendi la destra, scenderai un pochino per risalire subito e sboccare su via Trilussa sotto lo sbocco di via Rossini, e poco sopra la rotatoria dei Somaschi, in altre parole a valle del tratto più intasato. Da lì continua per via Perlatura, quindi supera la pista di atterraggio per elicotteri– cioè volevo dire la nuova rotatoria, e sali per via Fatebenefratelli.
    Arrivi sul corso di Genzano senza aver trovato traffico (se non qualcosa dalle parti dei Somaschi… ma se hai idea di come vogliono sviluppare l’Appia bis, dai Somaschi ci dovresti passare comunque!)
    Tempo stimato? Boh, mi tengo molto largo, 10 minuti.

    Se poi preferisci far spendere alla regione fior di miliardi, e rovinare letteralmente la vita di chiunque viva dalle parti di Vallericcia, per vedere costruita un’opera becera che quando sarà funzionante tu forse non avrai motivo di usare perché sarai già andato in pensione (e dammi retta, non ci vuole la nostra opposizione, bastano quelli che si costruiranno ville e piscine coi soldi pubblici per allungare i lavori… col risultato che avremo un cantiere, neppure una strada, davanti casa per decenni) ed anche se la userai ti farà guadagnare una manciata di minuti… allora non so cos’altro dirti.

    Se poi lavori a Roma, il vero problema di Genzano più che il traffico è l’assenza di una ferrovia.
    Muoversi da pendolare in automobile è follia, dovunque vivi.

  3. Ciao, sono contento che tu mi abbia risposto. La verità è che sono 20 anni che faccio il pendolare da Genzano a Roma e tremo all’idea di dover passare altri venti anni allo stesso modo 🙁 … o peggio!
    Sulla ferrovia hai perfettamente ragione, la politica portata avanti sulle linee dei castelli è stata distruttiva per i pendolari. Per la strada, purtroppo, ti devo contraddire. Conosco ovviamente la zona, ed In orario di punta percorro sempre la strada che tu indichi, ed il tempo di percorrenza è di 21-22 minuti fino a casa. La pista di atterraggio per elicotteri, lo devi ammettere, è orrenda ma ha salvato tanto, riducendo parecchio i tempi di percorrenza, ma l’incrocio dei Somaschi e la zona sud di Genzano (tangenziale e Palazzetto dello Sport per capirci) sono mortali. Non riesco a capire su Internet quale sarà il tracciato dell’Appia Bis, forse l’ignoranza non mi permette un giudizio corretto, ma so che dovrebbe arrivare, alla fine dei gioci, dietro casa mia. E per chi percorre un’ora e quaranta andata e un’ora e quaranta ritorno (lavoro sulla Salaria) garantisco che si tratta di un sogno ad occhi aperti.
    Quel che intendevo è che un transito più lineare del traffico porterebbe molto meno smog anche a voi, so bene purtroppo che avere un cantiere per vent’anni sotto casa è un bel casino.
    Tanto noi discutiamo, gli altri si fanno la villa con i fondi… lontano dall’Appia bis!
    Un salutone

    1. Vero, vero.
      Noi siamo le mucche da mungere, tu tangenziale o no andrai in pensione dopo aver continuato a perdere 3 ore e mezzo al giorno in macchina, io alla fine penso che mi trasferirò perché vivere con le ruspe prima, e una montagna di cemento poi, davanti alle finestre da dove ora vedo Montecavo non è cosa, e c’è chi si prenderà pure un calendario intero di bestemmie ma continuerà a godersela alla faccia nostra grazie ai fondi regionali.
      Tuttavia onestamente non capisco a quale smog ti riferisci, qui respiro (ancora) ottima aria, e le strade vicine a casa mia sono letteralmente semideserte, e anzi come ti dicevo potrebbero passarci più auto senza che si intasino, soprattutto ora con la rotatoria, che ha snellito il tutto (è una decina d’anni che pregavo ne facessero una), ma con una spesa pubblica forse 10 volte tanto quella necessaria per costruire uno svincolo di dimensioni “normali”; insomma, quando scrivo che avrei l’appia bis davanti alle finestre non sto scherzando, il progetto originale prevede una sopraelevata di 13m a 2-3m di distanza dalle mie finestre, mentre adesso ci sono 20-30m di giardino ed un bosco di alberi trentennali.
      In altre parole, se da una parte a te ed a me farebbe comodo un’alternativa percorribile ai somaschi, ed un’altra nella zona del palazzetto di Genzano (comune in cui peraltro in quanto a rotatorie gli ingegneri civili sono illuminati), dall’altra la necessità di 4 corsie ininterrotte nel tratto tra somaschi e la fine della via fatebenefratelli non c’è (misurati giusto qualche giorno fa, dopo averti risposto, 6 minuti da via galleria di sotto alla pista per elicotteri, dalle 17:35 alle 17:41, e quello è orario trafficato).

    1. Sicuramente fino a qualche anno fa non eravate abituati al movimento di macchine che c’è ora, nonostante forse la presenza del tribunale, ma mi sembra strano che adesso il passaggio su quel tratto si possa paragonare a quello che c’è da sempre su via rossini, o semplicemente a Corso Matteotti/Borgo Garibaldi… insomma se non dormite voi allora mezza Albano è sonnambula 😀
      A meno che tu non ti riferisca a quella che diventerà un domani la sopraelevata, siccome in quel caso avreste il traffico pesante direttamente sopra le vostre teste 😐

  4. ephestione,
    complimenti per la precisione ed i modi civili con cui argomenti le tue tesi.
    Debbo però dire che non condivido la tua avversione all’Appia bis.
    Credo ci sia un gran bisogno nei comuni dei Castelli di maggiori opere infastrutturali (tangenziali, parcheggi sotterranei, treni, …) che permettano di limitare/chiudere al traffico auto i centri storici.
    Magari detto così è generico ma sono convinto sia questa la via.
    Con l’occasione ti chiedo: è possibile reperire su internet il tracciato dell’Appia bis? Ho provato senza riuscirci anche perchè le delibere pubblicate sul sito istituzionale del comune di Ariccia sono inservibili (rinvii ad allegati indisponibili) e mai con una piantina che faccia capire.
    Grazie se vorrai rispondere
    gianni

    1. Avrei voluto sinceramente anche io avere a disposizione un documento ufficiale con il progetto “in essere” di questa costosissima opera, ma non è apparentemente reperibile; il che di per sé lascia supporre tante cose 🙂
      Il poco che ho saputo io del tracciato deriva da una videoregistrazione di una accesissima riunione dei rappresentanti del comune di Ariccia a palazzo Chigi (accesissima per la presenza di vari rappresentanti dei cittadini), pubblicata non ricordo più su quale portale, in qualità bassissima, e della durata di circa 2 ore, nella quale ho cercato di estrapolare il tracciato senza riuscirci. Ho capito però che il comune di Ariccia, nella persona del suo sindaco “Fanelli Cian”, che si è opposto al passaggio della tangenziale nella vallata, ha però in progetto di far costruire nella vallata un megaraccordo che la taglierebbe in due per arrivare dal paese ad approssimativamente la zona della nuova grande rotatoria.
      Per quanto riguarda la necessità di deviare il traffico dai centri storici, e chi ti potrebbe dar torto?
      E’ per il bene dei centri storici, e dei pendolari che ogni giorno lasciano per strada mezzo calendario di santi.
      La mia perplessità deriva dalla forte volontà dei sindaci di voler estendere il cemento anche dove il centro storico è distante un paio di chilometri, e dove la preesistente rete stradale non è mai trafficata (confronta video pubblicato su http://www.youtube.com/watch?v=CodVqP2z71k dove puoi apprezzare quante macchine attraversano normalmente via perlatura… via pagliarozza è nelle stesse condizioni, stesso discorso vale per via vallericcia), trasformando in un cantiere tutta la zona, e distruggendo la vita di chi si è sistemato lì, fuori dal centro, proprio per star tranquillo.

  5. Ritengo che una volta ultimata l’appia bis fino alla rotatoria dei somaschi non sia necessario costruire una sopraelevata orribile che deturpi il paesaggio…la percepisco come una follia… sarebbe più che sufficiente magari allargare leggermente ed adeguare via prelatura fino alla tangenziale di genzano….e fare uno svincolo diretto al nascituro policlinico sfruttando via ginestreto….d’altra parte chi avrà bisogno di raggiungere il policlinico dei castelli romani dal G.r.a., da Roma oppure da Latina e dal litorale potrà percorrere tranquillamente la via nettunense…

    1. Non ho niente da aggiungere, hai commentato in modo totalmente sensato.
      Via Ginestreto sarebbe tanto bella se non fosse così paurosamente stretta (anche facendo finta che non esistesse il senso unico alternato sotto il ponticello ferroviario), ma non si può allargare senza far torto a non so quanti proprietari…

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